Respirerò
L’odore dei granai
E pace per chi ci sarà
E per i fornai
Pioggia sarò
E pioggia tu sarai
Questa prima strofa serve a Zucchero per contestualizzare il brano e presentarci la sua terra scolpita nei suoi ricordi. Il bluesman è difatti cresciuto nella pianura padana, ricca di granai e nevai. Anche dal punto di vista temporale, la canzone è ben collocata. Una rinascita spirituale ma anche fisica e materica, incarnata dall’immagine dei nevai che fioriscono, dai vinai che aprono bottega, dalle persone che tornano a passeggiare lungo le strade del paese.
La pioggia è una metafora classica che indica la capacità dell’acqua di portarsi via il passato, fatto di morte e desolazione.
Ma l’immagine forse più emblematica e poetica dell’intero testo è la visione di “soldati e spose” che ballano in controluce. Sono due figure scure, quasi stilizzate, che diventano il simbolo di una ritrovata serenità dopo la guerra, dove la danza rappresenta uno spazio di libertà, un gesto liberatorio dall’austerità della guerra. Nella danza di quei due sposi, appena ricongiunti, dove lui ancora indossa la divisa da soldato, c’è il senso ritrovato di una comunità che torna a vivere. Dove la guerra ha lasciato spazio alla danza, al profumo dei forni, all’ebbrezza del vino, alla domenica. La fotografia di un istante senza spazio e senza tempo, destinato a rimanere impresso in chi ha vissuto l’esperienza di quiete dopo la più grande tempesta di sempre, la guerra.
L’invito poi a rialzarsi, a ricostruire, a muovere i passi in un mondo fatto di macerie, dove anche gli adulti – che non sanno più piangere – devono imparare a camminare, dove i passi servono a colmare le distanze fra chi è rimasto e chi se n’è andato. Ma è nelle voci che si moltiplicano, nelle mani che si stringono, che torna un messaggio di speranza per quello che sarà. Così si chiude il brano, sotto un cielo diamante, in cui rivivono l’immagine e il ricordo della cara nonna Diamante.
“Diamante” il singolo che Zucchero scrisse insieme a Francesco De Gregori nel 1989 è destinato a diventare uno dei brani più amati e conosciuti della canzone italiana
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