La canzone di Simone Cristicchi dal titolo “Ti regalerò una rosa” presentata al Sanremo del 2007 e vincitrice, è uno dei brani sulla disabilità più celebri nella storia della musica italiana. Il brano è sostanzialmente la rilettura di una lettera scritta da una persona con disabilità cognitiva, Antonio, nato nel ‘54. Per via della sua condizione – probabilmente schizofrenia -, Antonio è stato chiuso in manicomio (solo per l’eccesso di fantasia che da bambino gli faceva credere di “parlare col demonio”). Questa disgrazia non gli impedisce di restare innamorato del suo primo amore, Margherita. Così Antonio le scrive una lettera d’amore, anche se con “la calligrafia da prima elementare”, in cui le promette di regalarle una rosa. Anzi due rose, “una rosa rossa per dipingere ogni cosa” e “una rosa bianca come fossi la mia sposa”.
Naturalmente la lettera è un pretesto per parlare della condizione in cui hanno vissuto per anni persone con disagi mentali, una riflessione sul concetto di pazzia e su cosa i matti rappresentino per la società. “Punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base”, come a sottolineare l’incapacità di collocare queste persone in un contesto senza che esse “disturbino” la quiete, “i matti sono apostoli di un dio che non li vuole”. Particolarmente significativa e teatrale fu l’esibizione di Cristicchi a quel Sanremo, una canzone eseguita con l’elemento scenico di una sedia sulla quale, nella parte finale della canzone, l’artista saliva mimando il gesto di volare, ovvero quello di Antonio che si lancia nel vuoto.