Il brano che vi proponiamo oggi è quanto mai attuale. In questo periodo storico dove le guerre sembrano essere divampate senza che nemmeno ce ne accorgessimo…
La canzone “Shalom” di Roberto Vecchioni esce nel 2002 e fa parte dell’album “Il lanciatore di coltelli”. Racconta di un ragazzo israeliano che si faceva delle domande. La sua, era una presa di posizione netta, precisa, rispetto alle idee integraliste della sua famiglia.
Era un ragazzo che pensava, che ragionava con la sua testa, e quindi – per questo motivo – si faceva delle domande. Il testo della canzone è molto profondo: una sorta di volo, di allargamento delle solite vedute politiche su quest’argomento.
Un segnale lanciato per dire che esiste sempre un altro punto di vista sulle cose. Basta girarsi, basta cambiare prospettiva. Il maestro Vecchioni usa le parole, per dire qualsiasi cosa: le canzoni sono un prolungamento dei suoi pensieri.
Il testo è chiaramente un invito al dubbio, al porsi delle domande. Non soltanto per noi, per loro. E’ un invito alla pace. Perché anche così si contribuisce.
“Shalom” – racconta Vecchioni – “non ha fatto tanto chiasso, non tanto quanto “Marika”, uscita due anni dopo dall’album “Rotary club of Malindi”, 2004. Marika era una bombarola palestinese e io la cantavo. Ha avuto tante critiche, non è stata capita. Io cantavo, ancora una volta, il pensiero, la vita, la voglia di pace. Un punto di vista, ancora un altro, ancora diverso. Era importante cantarla. Ho cantato, in un disco non politico, una situazione personale di conflitto. Lei, una ragazza palestinese. E la mia storia non fa certo pensare che sono dalla parte dei terroristi. Nella canzone precedente c’era un ragazzo israeliano protagonista. Nessun appoggio a questo o quell’altro estremismo, sia chiaro: le canzoni servono per segnare la cronaca. Le canzoni servono per dettare i tempi e mettere la punteggiatura sugli argomenti di attualità”.