Nel nostro redazionale di oggi parliamo di “dignità”.
Che cos’è la dignità? Quando citiamo questo termine, potrebbe capitarci di rivolgere il nostro pensiero a qualcuno, a una persona che conosciamo.
Ma quando si perde la dignità? Questo accade quando al centro delle proprie azioni non vi è più l’uomo come essere umano ma i soldi comportando un inevitabile perdita di quelli che consideriamo valori sociali. Prendiamo per esempio la criminalità organizzata, dove al centro ci sono gli interessi del clan e non quelli delle persone.
Quanti perdono la dignità perché si sono affidati agli strozzini per poter pagare l’affitto o le bollette. O ancora chi promette di sostenere un progetto guardando alla fine solo il proprio tornaconto. La dignità di una persona ha un valore pubblico e non privato. Tanta gente ha perso il lavoro. Il lavoro è dignità perché ti dà la possibilità di pagare un affitto, le bollette, comprarti da mangiare. Pensare in maniera autonoma a se stessi.
Nella filosofia morale di Kant, la dignità viene riconosciuta a ogni uomo in quanto essere razionale e perciò degno di essere considerato sempre come fine e mai come mezzo: “agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”.
Togliere la dignità a una persona vuol dire ferire l’umanità stessa. E’ vero che dobbiamo combattere contro un virus, ma ci chiediamo mai quanto stiamo combattendo per non far perdere la dignità agli esseri umani? Oggi si pone davanti ai nostri occhi l’aumento vertiginoso del livello di povertà, persone che fino allo scorso anno avevano un lavoro, una casa. Persone che hanno figli a carico e sono preoccupati per il loro futuro.
Non possiamo andare a letto tranquilli la sera pensando a queste situazioni. Rimanere solo spettatore di fronte a ciò che sta accadendo o decidere di diventare attore protagonista per far sì che questo non avvenga?
L’uomo deve avere la capacità di agire moralmente al di sopra delle determinazioni sensibili della sua volontà. La dignità kantiana va oltre il rispetto della vita in quanto esistenza sensibile e sofferente: essa è al contrario rispetto per la libertà umana, dell’uomo in quanto essere sovrasensibile.
«Le persone sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale, economico. A che punto siamo arrivati? Al punto che non siamo consci di questa dignità della persona; questa dignità del lavoro… Dove non c’è lavoro manca la dignità.»
(Papa Francesco, omelia a Santa Marta del primo maggio 2013)