Io non sono razzista ma… è un singolo del rapper italiano Willie Peyote, pubblicato il 27 novembre 2015 come unico estratto dal secondo album in studio Educazione sabauda.
Una canzone pungente che tratta temi di estrema attualità nel nostro paese, ovvero quelli dell’immigrazione, del razzismo e dei luoghi comuni che infestano i Social Network riguardo a queste problematiche. Il brano prodotto da Frank Sativa vede la presenza al basso, all’ukulele e al mandolino di Adriano Del Vecchio.
Ecco come lo descrive il rapper:
Il brano “Io non sono razzista ma… affronta in modo ironico, ma non senza polemica, il tema di grande attualità dell’immigrazione e i luoghi comuni sugli stranieri che affollano i social network, i quotidiani e la campagna elettorale di molti politici. Dopo mesi di sovraesposizione siamo tutti un po’ assuefatti all’emergenza immigrazione tanto che ormai nessuno sembra parlare d’altro dai banchi del mercato alla pausa sigaretta in ufficio.
A tutti almeno una volta nella vita è capitato di dire “io non sono razzista ma…”. Può sembrare una cosa normale e scontata, il più delle volte lo si fa involontariamente. Ma essere razzisti non significa solo esserlo verso quelle persone che sembrano diverse da noi, ma anche esserlo verso i propri “simili”.
Di questo ne ha parlato Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno, nel brano Io non sono razzista ma… Peyote è uno pseudo-rapper. Non si veste come gli altri e non fa trap. Il suo genere è un mix tra l’indie e l’hip hop, mescolati al cantautorato.
Con l’aspetto di un bravo ragazzo, Peyote ironizza molto su un tema oggi attualissimo, ma a differenza di altri artisti, Willie ha toni pacati e all’apparenza divertenti. Il brano, per essere una canzone rap, ha un suono particolare. Niente sintetizzatori e suoni computerizzati. Una piccola orchestra vecchio stile in sottofondo che ricorda Fred Buscaglione. Purtroppo, in modo volontario o involontario, ognuno di noi almeno una volta è stato razzista. L’importante è riconoscere il problema: Willie Peyote con questo pezzo prende in giro l’italiano medio e le sue ideologie, ironizzando sugli stereotipi e sulle frasi fatte dai “potenti” per giustificare determinate scelte. L’ironia è la chiave per tutto e Willie l’ha usata come arma di denuncia.