“Perché io sono di una natura malinconica che è più portata a pensare quello che non c’è più di quello che c’è, e quindi mi è venuto in mente ad esempio dal gettone del telefono tutto quello che non c’è più. Uno usciva da casa e finalmente poteva col gettone sperare di raggiungere la persona. Poi la cabina del telefono dava un senso di solitudine, di unità, di protezione. Oggi coi cellulari è come se si fosse sempre in piazza“
La notizia della scomparsa di Maurizio Costanzo arrivata ieri, ha lasciato attoniti e tristi un po’ tutti.
Ha spiazzato.
Forse perché per molti di noi, alcuni personaggi indossano il mantello dell’immortalità e quando partono per questo lungo viaggio, colgono di sorpresa.
Il libro che vogliamo consigliarvi oggi, si intitola “Smemorabilia”
Vi è tutta una vita raccontata al suo interno.
Questo è già stato definito il libro più autobiografico, è un vero e proprio viaggio nei ricordi. L’immagine che tutti abbiamo in mente di questo anchorman che ha accompagnato i pomeriggi e le serate di intere generazioni è quella con i baffi, del Maurizio Costanzo adulto e padrone del piccolo schermo.
È forse un po’ difficile immaginarlo da bambino, a fare le cose che tutti gli altri bambini della sua generazione, classe ’38, facevano. Eppure è questo che ha deciso di raccontare, senza tirarsi indietro sulle storie d’amore e i matrimoni, gli errori e le sconfitte, le riflessioni e le vittorie che lo hanno reso il Maurizio Costanzo che conosciamo oggi.
L’avreste detto? Anche Maurizio Costanzo, che da quando ha i baffi è parte del nostro immaginario, è stato un bambino. Da piccolo sfrecciava sul monopattino, da ragazzino era un boy-scout e si inerpicava su sentieri che misteriosamente “erano in salita pure al ritorno”. Da giovane si comprò una Porsche senza saperla guidare, “non arrivavo al volante” afferma. Per non parlare di amori e matrimoni.
“Molte storie d’amore, a distanza di anni, risultano incomprensibili“
Ha fatto errori, perso occasioni, mancato appuntamenti che gli avrebbero cambiato l’esistenza. E questo libro è un modo per raccontare tutto, e non dimenticare niente. Ma anche per rendere giustizia a tanti umili oggetti che la tecnologia ha spazzato via, ma che hanno accompagnato le nostre vite.
Il titolo, Smemorabilia, è un’invenzione linguistica dell’autore, un misto di “smemorie” – altra parola costanziana – e “memorabilia”. Certo, la nostalgia è il filo conduttore di questo libro. Nostalgia per cose e persone perdute, perciò da ricordare. Ma Smemorabilia non è solo un catalogo degli oggetti del cuore.
Dietro ogni oggetto – che sia il telefono a muro o le sigarette Turmac, la Coccoina o il flipper, il jukebox o il circo – c’è una storia privata da raccontare, un ricordo, una confessione. Così, forse senza volerlo, Costanzo ha scritto il suo libro più sincero.