Riciclare materiale tessile di scarto, trasformandolo in coperte e altri prodotti sostenibili da donare a persone bisognose, rifugiati e animali abbandonati nel mondo. Il tutto, assumendo personale con disabilità, formandolo con programmi di inclusione professionale e offrendo loro un’opportunità nel mondo del lavoro. È il progetto Fody Fabrics, nato a Pistoia nel 2020, società benefit e startup innovativa a vocazione sociale. Oltre alla donazione di coperte salvavita a rifugi ed associazioni, e alla condivisione dei prodotti con le Ets nazionali per aiutarle nel fundraising, Fody Fabrics progetta e realizza attività ad alto impatto eco sociale in Europa, creando valore per le persone e per l’ambiente.
Raccontano gli ideatori:
L’idea alla base di Fody è nata dalla considerazione che forse la società contemporanea si sta concentrando eccessivamente sul creare valore ed economia attraverso il sovrasfruttamento di risorse scarse ignorando quasi totalmente il potenziale di ciò che appare, a un primo sguardo, come privo di esso, i cosiddetti scarti. Con il nostro progetto abbiamo deciso di concentrarci nella valorizzazione di scarti e rimanenze tessili, trasformandoli in opportunità, erogando percorsi formativi professionalizzanti per persone svantaggiate, oltre che nuovi prodotti eco-sociali e coperte salvavita da donare a persone e animali in difficoltà.
Il progetto Fody, si sostiene grazie all’appoggio di aziende della filiera tessile, alle quali suggerisce un’alternativa sostenibile allo smaltimento precoce delle proprie rimanenze di magazzino e scarti di campionario, proponendosi come partner tecnico in grado di generare valore condiviso attraverso un modello proprietario basato sulla valorizzazione di risorse sottovalutate.
Gli scarti sono di materiali differenti (non solo lana) e vengono trasformati in prodotti impiegando persone con disabilità intellettiva, ma anche disagiata e un passato di emarginazione.
Partiamo dagli scarti: stiamo parlando di campionari, tessuti difettati, bobine invendute. Tutti materiali che escono dalle imprese non come rifiuti ma come materia prima o sottoprodotti. Fody li intercetta a costo zero visto che il loro destino sarebbe la discarica. Non esiste un’industria del riciclo che oggi li potrebbe processare.
Una volta arrivati nel loro laboratorio vengono trasformati in coperte e oggetti.
Le coperte sono destinate a canili, gattili, homeless e rifugiati. Quindi le loro misure (tutte standardizzate) cambiano e in Fody c’è una persona dedicata, che ogni giorno lavora agli accordi con le associazioni destinatarie.
Gli oggetti sono gadget tessili: porta pc, porta ipad, zainetti, shoppers, ecc che Fody vende a imprese interessate a regalistica e gadget aziendali. Da aprile 2024 questi prodotti sono anche in vendita sul loro sito
Oggi vi lavorano 45 persone tra dipendenti e collaboratori esterni con però delle prospettive di crescita non banali. Luca Freschi infatti intende realizzare dei lab produttivi in altri contesti geografici italiani che dovrebbero coincidere con le aree dove esiste un distretto tessile e dove quindi ci sono fornitori di materia prima a km quasi zero. In queste aree il compito di Fody diventa quello di formare le persone che gli enti del terzo settore aggregano.