Il primo gennaio di 25 anni fa moriva Ivan Graziani.
Artista completo, dotato di sensibilità e ironia uniche. Con i suoi brani ha raccontato l’Italia e, in particolare, la provincia.
L’album “Pigro” è considerato dalla rivista Rolling Stone, tra i 100 migliori dischi della musica italiana, ma sono tantissime le canzoni del musicista rimaste nella memoria collettiva.
È stato uno dei personaggi più originali e sottovalutati della musica italiana.
Attento osservatore di micro storie, che riusciva a renderle esaltanti e intriganti nelle sue canzoni, Ivan Graziani ha raccontato il Paese ed è stato il primo cantautore in assoluto a salire sul palco del Tenco nella primissima edizione del 1974. La sua tecnica chitarristica fece scuola e il musicista è stato un anticipatore, il primo autentico cantautore rock della musica italiana.
Chitarrista di altissimo livello, ha collaborato negli anni con colleghi come Lucio Battisti, Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Graziani è stato un autore-cantante con una verve ironica e surreale poco adatta all’Italia della canzone dell’epoca, nonché un disegnatore e incisore di grande talento.
Pigro è uno dei ritratti più lucidi e spietati di Ivan, uno dei suoi testi più acidi e forti, e una delle sue canzoni più celebri.
I versi sono entrati nella memoria di tutti con il loro tono sferzante nella descrizione di una sorta di falso intellettuale, padrone di un sapere superficiale, sempre pronto a giudicare gli altri dall’alto di una supposta superiorità.
Ivan dichiarò: “Pigrizia vuol dire menefreghismo, incomprensione, significa restare vittima dei mezzi di informazione, senza mai approfondire nulla; violenza è anche disinformazione”. Un discorso fatto nel 1978 che è attualissimo ancora oggi.